Il Vangelo di questa domenica ci racconta di un incontro.
Lungo una strada, metafora della vita umana, un uomo, uno come tanti, incontra il Figlio di Dio.
È un uomo ricco. Sembra avere tutto…..eppure non è felice….gli manca qualcosa! Tutta la sua vita, opulenta, piena di agi e di soddisfazioni, rispettosa delle legge, si esaurisce in una dinamica piattamente orizzontale ed immanente. Al giovane uomo manca qualcosa, manca quello sguardo che avvolge l’anima, che riscalda il cuore; manca l’amore.
Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò!
Heinrich Hofmann, pittore tedesco, in una sua opera del 1889, ha dato forma e colore a quello sguardo.
La ricchezza di quell’uomo viene raffigurata attraverso i suoi sontuosi vestiti: una tunica vellutata, un mantello di pregiata fattura, un cappello adornato di preziose sete e gioielli. Eppure il suo sguardo, perso nel vuoto, indica una mancanza. Accanto a lui il suo interlocutore, il Buon Maestro da cui è corso, pronto a ricevere non indicazioni ma elogi…perchè lui è bravo…rispetta la Legge, è ricco (per il mondo giudaico era segno di benedizione divina).
E Gesù lo guarda! Il suo sguardo non critica, non impone, non comanda…ama!
Il pittore è riuscito a trasmettere nel volto del Nazareno la dolcezza che solo chi ama comunica. È il vero sguardo. Siamo al culmine del racconto e al giovane uomo che cerca la felicità, Gesù gli sta guardando il cuore.
Ma nell’opera c’è un terzo protagonista, il referente su cui Gesù invita a posare lo sguardo: i poveri.
La proposta di Gesù è rivoluzionaria: solo donando il giovane potrà sentirsi veramente ricco. Solo distogliendo l’attenzione da sè a favore del prossimo potrà scoprire veramente chi è. Solo rispondendo con amore a quello sguardo di amore potrà respirare l’eternità.