Il Vangelo di questa domenica ci consegna, ancora una volta, una proposta radicale e rivoluzionaria: chi vuol essere primo si faccia servo di tutti!
Una nuova economia sociale che rigetta il potere a favore del servizio; che sostituisce i capi con i servi, la legge con l’amore. Ma la cosa stupefacente è che, il modello di tale impostazione è Dio stesso. Il nostro dio, il Padre creatore, l’Onnipotente, non domina, dall’altro della sua trascendenza il mondo, ma, in Cristo, è divenuto servo della sua stessa creatura.
Un’opera d’arte che ben esprime questo concetto è L’ultima cena di padre Sieger Koder, artista contemporaneo che già altre volte abbiamo incontrato.
Gesù, la sera della sua passione, si alzò da tavola e, cintosi i fianchi, lavò i piedi ai suoi discepoli. L’artista fissa l’attenzione solo su due persone: Gesù e Pietro. Sono chinati uno sull’altro, come un grande abbraccio, quasi a formare una cosa sola.
Gesù è inginocchiato davanti al suo amico; oltre la schiena possiamo scorgere un unico particolare, i piedi: sono sproporzionatamente grandi e sporchi, segno del cammino instancabile che ha fatto per annunciare per servire l’uomo. Eppure egli è Dio! A segno della sua trascendenza il pittore lo ha vestito con una tunica candidissima, unica fonte di luce di tutto il quadro. E’ la luce della salvezza che illumina il mistero che si sta celebrando. Essa si irradia anche sulla tovaglia del tavolo posto in secondo piano dove è presente l’Eucarestia.
L’altro protagonista è Pietro, che sembra appoggiarsi di peso sulla spalla di Gesù e con una mano cerca di allontanarlo quasi scandalizzato del gesto del suo Maestro.
Ma il fulcro di tutta la scena è posto tra i due: è il catino colmo d’acqua. E’ appoggiato su un tappeto azzurro, colore della divinità. Il cielo è ora sulla terra! Dentro vi si scorge il volto riflesso del Cristo e, immerso in tale immagine, i piedi del discepolo. Quel catino diventa allora la fonte battesimale, il luogo a partire dal quale si diventa veri discepoli. E’ la radice della Chiesa che da Cristo ha inizio e che assume, così come suggerisce lo sguardo del discepolo, la stessa regola del Maestro: farsi servo di tutti.
Ecco che cosa è essere Chiesa!
Ecco che cosa è essere cristiani!