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Il profeta della speranza

Isaia il poeta

Nelle domeniche che ci separano dal Natale la Liturgia della Parola propone tre personaggi biblici: Isaia, Giovanni Battista e Maria. Ciascuno, a suo modo, ha svolto un ruolo fondamentale nella Storia della Salvezza.

Il grande protagonista di questa settimana è Isaia con il suo Libro delle Consolazioni, citato anche dall’evangelista Marco. In realtà l’autore di questa sezione del  monumentale scritto profetico, è sconosciuto: del Secondo Isaia non si conosce nè il nome nè il luogo di origine. E’ l’anno 538, Ciro, re dei persiani, concede agli ebrei esiliati in Babilonia il permesso di ritornare nella loro terra. Ma come? Non è un’impresa facile attraversare il deserto che divide Babilonia da Gerusalemme; ma da qualche tempo ha cominciato ad imporsi, tra il ‘resto dell’antico popolo’  una voce che consola, che con gioiosa speranza annuncia l’inizio di un nuovo giorno; che convince ed aiuta ad inventarsi quell’arduo ed impensabile percorso, a rivivere un nuovo esodo, per ritornare nell’antica terra.

L’opera che vi propongo di ammirare è un particolare dell’affresco michelangiolesco nella Cappella Sistina.

Michelangelo, Profeta Isaia, Cappella Sistina, 1508-10.

 

 Tra i Veggenti affrescati sul soffitto della Cappella Sistina Michelangelo collocò anche il grande Isaia. E’ raffigurato in modo originale: posto seduto su grande ed ampio trono adornato da finti altorilievi raffiguranti due coppie di putti in varie posizioni. Ma un fanciullo riccioluto lo distrae dalla lettura in cui è assorto per indicargli qualcosa che sta accadendo o qualcuno che sta arrivando. I suoi occhi, così come quelli del secondo puttino, sono atterriti, sconvolti. Qualcosa di terribile sta accadendo. Isaia è scosso e si volge di scatto.

Il dinamismo della scena è ben rappresentato dal mantello, azzurro con una fodera verde, gonfio per il movimento celere avvenuto. Ciò che stava leggendo doveva essere importante: tutto il suo corpo esprime una tensione che pulsa dal di dentro; lo sguardo che ancora è preso dalla lettura, la fronte aggrottata, lo spasmo di tensione che arriva fino ai piedi incrociati. Isaia, pur distratto da quel richiamo, non chiude del tutto il grande libro, ne mantiene il segno con un dito…per ritornare in seguito alla lettura.

Ma cosa c’è in qual grande codice? E’ la lieta notizia che lui è chiamato ad annunciare e che sta arrivando. E’ il tempo della consolazione quando Amore e verità s’incontreranno, giustizia e pace si baceranno.

Una Parola, che oggi il Signore ci dona, attualissima!