Una presenza reale
La festa del Corpus Domini nacque nel 1247, in Belgio, come risposta apologetica a Berengario di Tours che, nel 1088, aveva negato la reale presenza di Cristo nell’Eucarestia. Più tardi, nel 1262, il papa Urbano IV, estese la festa a tutta la Chiesa.
Nella Bolla di istituzione, intitolata Transiturus de hoc mundi si legge: Sebbene l’Eucaristia ogni giorno venga solennemente celebrata, riteniamo giusto che, almeno una volta l’anno, se ne faccia più onorata e solenne memoria. La festa pone l’attenzione sull’intima relazione esistente fra Eucaristia e Chiesa, fra il Corpo del Signore e il suo Corpo Mistico. Nella santissima Eucaristia è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, cioè lo stesso Cristo, nostra Pasqua. [Concilio Vaticano II, Decr. Presbyterorum ordinis,5: AAS 58 (1966) 997].
L’opera d’arte che sembra racchiudere lo stesso messaggio è una miniatura tratta dal Corale di Alessandro VI, del XV secolo e oggi custodita al British Library di Londra.
Una piccola, grande meraviglia
Come ho già altre volte ribadito, ciò che stupisce quando si ammira una miniatura, è la perfezione e la precisione presente in una raffigurazione che misura appena qualche centimetro.
All’interno della lettera N, già di per sé molto colorata e abbellita, è raffigurata l’Ultima Cena.
La scena si svolge all’interno di una sala: probabilmente è la riproduzione di qualche edificio coevo all’artista miniatore. La parte centrale è delimitata da quattro colonne ( noi ne scorgiamo solo tre ma è logico ipotizzare la presenza della quarta) abbellite da capitelli in stile corinzio. Nella zona superiore c’è una finestra bifora che si apre su un cielo azzurro. Infine il soffitto a cupola è ornato da un cielo stellato. E’ evidente che è raffigurata la zona absidale di una chiesa.
Al centro della miniatura la mensa: è quadrata ed attorniata da quattro panche marmoree.
Ed infine i protagonisti: gli undici Apostoli (Giuda è andato già via) e Gesù che sta distribuendo loro l’Eucarestia. Su un lato una porta dà verso l’esterno e si intravede un tronco con un germoglio: è la radice di Jesse.
Una serie di animali
Guardando con attenzione si scorgono degli animali: simboli che ben si prestano ad una lettura ecclesiologica della scena. Ai piedi degli Apostoli tre animali: un cagnolino, una lepre ed un uccello. I primi due simboleggiano i pagani e i catecumeni, l’uccello che sembra fare da cornice all’intera scena è simbolo della provvidenza divina. Infine in alto, appena sotto al soffitto il pavone. E’ il simbolo della resurrezione, la meta Ultima della nostra vita.
L’artista ha così raffigurato il grande dono che la Provvidenza divina ha attuato. E’ nell’Eucaristia che Gesù invita ciascuno di noi ad accogliere il progetto di salvezza e a ricevere il dono del suo Corpo e del suo Sangue permettendoci di entrare in comunione con Lui con il suo Corpo Mistico, la Chiesa. Ma tale invito non è solo per i battezzati, si estende a tutti gli uomini di buona volontà, perché l’Eucarestia è il Pane per la Vita Eterna di cui tutti possono godere.